Torna l’autunno vero: piogge e clima più freddo su gran parte del Paese

Graziano Brotto

Graziano Brotto Categoria: Previsioni - Pubblicato il 06-11-2025

Allerta meteo: le grandi piogge di novembre sconvolgono l’Italia!

L’Autunno mediterraneo si fa riconoscere ogni anno per la sua vivacità. Dopo un Ottobre che in molte zone ha portato piogge a tratti generose, Novembre tende spesso ad accentuare i contrasti: il Mar Mediterraneo conserva calore, le correnti atlantiche affondano più facilmente verso il Tirreno e si creano le condizioni ideali per precipitazioni più diffuse e persistenti. Non sempre gli schemi si ripetono in modo identico, ma la tendenza stagionale spiega perché questo mese riesca spesso a imprimere la svolta autunnale più marcata.

 

Le ultime elaborazioni modellistiche confermano un’evoluzione verso un contesto più dinamico. Il primo sistema perturbato, inizialmente visto come un passaggio rapido, mostra ora maggiore consistenza e potrebbe essere seguito da un nuovo impulso. È il segnale di una circolazione che accelera: quando l’Atlantico si riattiva e il Mediterraneo resta carico di umidità, l’instabilità tende a protrarsi per diversi giorni, con alternanza di pause e nuove fasi di maltempo ma senza lunghi periodi anticiclonici.

 

Tra venerdì e il mercoledì successivo si profila una delle fasi più piovose della prima parte di Novembre, in particolare lungo il versante tirrenico e sulle Isole Maggiori. Le previsioni restano soggette a variazioni: la stagione autunnale è mutevole per natura e lo spostamento anche minimo dei centri di bassa pressione può modificare l’area più interessata dalle piogge. Nel complesso, però, lo scenario indica una vera e propria transizione verso condizioni tipicamente autunnali.

 

Perché Novembre porta spesso più pioggia di Ottobre

Nel mese di Novembre il getto polare tende a scendere di latitudine, favorendo ondulazioni più marcate tra Europa occidentale e Mediterraneo. Quando una saccatura si spinge verso la Penisola Iberica o il Mar di Sardegna, si innesca divergenza in quota sul Tirreno e si formano minimi di pressione al suolo. Il mare svolge un ruolo fondamentale: la temperatura superficiale ancora elevata fornisce energia e umidità, intensificando i processi convettivi e aumentando la capacità delle nubi di produrre pioggia abbondante. È come avere una sorgente di calore sotto un’atmosfera che si raffredda in quota, condizione che favorisce rovesci più frequenti e intensi.

Un altro elemento importante è la convergenza nei bassi strati. Le correnti meridionali, cariche di vapore, si scontrano con le coste di Lazio, Campania, Calabria tirrenica e con i rilievi di Sardegna e Sicilia. L’effetto orografico amplifica i fenomeni: dove l’aria è costretta a salire, la condensazione aumenta e le precipitazioni diventano più consistenti. Se il minimo di pressione resta a lungo sul Tirreno centrale o meridionale, le bande di pioggia possono rigenerarsi più volte sulle stesse aree, con accumuli elevati.

 

Cosa aspettarsi nei prossimi giorni: la sequenza più probabile

Le mappe meteo delineano una prima fase perturbata in arrivo da venerdì, seguita a breve distanza da un secondo impulso. È quindi plausibile un periodo instabile o perturbato di più giorni consecutivi, con rovesci e temporali frequenti su Sardegna, Sicilia, Toscana meridionale, Lazio, Campania, Basilicata tirrenica e Calabria. Le quantità di pioggia potranno variare localmente, ma il segnale di precipitazioni abbondanti è consistente lungo l’asse tirrenico. Il Nord Italia resterà in gran parte ai margini più asciutti, pur con qualche passaggio nuvoloso e possibili piogge sul Nordovest, insieme a un graduale calo termico che riporterà i valori verso la norma stagionale.

 

La persistenza del minimo tra Tirreno e Canale di Sicilia potrà favorire linee temporalesche con celle anche stazionarie. In tali situazioni, su periodi di 24–48 ore, non sono rari accumuli superiori ai 100 millimetri nelle zone più esposte. Nel linguaggio comune si parla di nubifragi quando la pioggia cade con grande intensità in tempi brevi, causando allagamenti urbani o piene improvvise nei corsi d’acqua minori. È una caratteristica tipica dell’Autunno mediterraneo, specie quando le correnti al suolo convergono e in quota permane aria più fredda.

 

L’imprevedibilità fa parte del gioco: cosa cambia da una corsa all’altra

Le continue modifiche dei modelli previsionali non indicano un errore, ma la complessità del sistema atmosferico. Anche lievi variazioni nella posizione del minimo barico, nella tempistica dell’aria fredda o nella forza del richiamo sciroccale possono produrre effetti molto diversi a livello locale. Una convergenza leggermente spostata a ovest può intensificare i fenomeni su Lazio e Campania, mentre un orientamento più orientale potrebbe coinvolgere Basilicata e Calabria. Anche la temperatura del mare e la microfisica delle nubi incidono: con acque ancora tiepide, le celle temporalesche trovano più energia e si mantengono attive più a lungo.

 

Per questo motivo, in Autunno, è più utile indicare aree a rischio piuttosto che singole città. L’aspetto davvero importante è comprendere il contesto: quando un vortice ciclonico si posiziona sul Tirreno, il Centro-Sud e le Isole Maggiori risultano le zone statisticamente più esposte a fenomeni intensi e duraturi.

 

Dalla pioggia alla neve: dove e quando si affaccia l’inverno

Con una circolazione più meridiana, l’aria fredda riesce talvolta a scendere verso l’Europa centrale e a lambire l’Arco alpino. Nelle fasi successive, se il secondo impulso porterà masse d’aria più fredde in quota, le Alpi potranno vedere nevicate più diffuse, con quota in calo sotto i 2000 metri nei momenti migliori, a seconda dell’intensità delle precipitazioni. L’Inverno potrà quindi iniziare a farsi sentire nei settori montani, mentre altrove i primi segnali più freddi dipenderanno dal bilancio tra afflussi d’aria fresca e nuove risalite miti.

 

Estate di San Martino, poi nuovi cambi di scena

Un ritorno anticiclonico subtropicale attorno a San Martino è frequente nel clima mediterraneo. In assenza di fronti, con cielo sereno e aria stabile, le temperature possono salire regalando pomeriggi miti e localmente quasi estivi soprattutto nelle aree interne e costiere del Centro-Sud. Tuttavia, si tratterà probabilmente di una pausa temporanea: nel cuore di Novembre l’Europa inizia a raffreddarsi e il getto resta ondulato, favorendo il rapido ritorno di impulsi perturbati atlantici o nordici. Parlare ora di un Inverno anticipato sarebbe prematuro: la traiettoria delle masse d’aria fredde sarà più chiara solo nei prossimi aggiornamenti.

 

Perché queste piogge contano

Le piogge di Novembre non sono solo un fatto meteorologico ma rappresentano un passaggio essenziale per il bilancio idrico con cui affrontiamo la stagione fredda. Dopo estati lunghe e calde, i terreni diventano compatti e l’assorbimento dell’acqua richiede più tempo: servono più eventi per ricaricare falde e invasi senza provocare erosione o smottamenti. Quando le piogge arrivano in modo regolare e ben distribuito, il risultato è positivo; se invece si concentrano in pochi episodi intensi, aumenta il rischio di dissesto idrogeologico e sovraccarico dei sistemi di drenaggio. In questa fase si intrecciano entrambi gli aspetti: le precipitazioni utili e il possibile rischio locale di eccessi. Saranno la durata dei rovesci e la traiettoria del sistema depressionario sul Tirreno a determinare la differenza.

 

Credit: Le previsioni meteo si basano sui dati forniti dai centri di calcolo ECMWF (European Centre for Medium-Range Weather Forecasts) e dal Global Forecast System (GFS), successivamente analizzati e rielaborati dal nostro team di esperti.

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