Perché in autunno il cielo al tramonto si tinge di rosso più che in altre stagioni?

Graziano Brotto

Graziano Brotto Categoria: Scienza - Pubblicato il 07-11-2025

Vi siete mai chiesti cosa renda i tramonti autunnali così unici, con quei cieli che si accendono di rosso e d’oro? Non è soltanto suggestione: in questa stagione la luce cambia davvero. Ma come mai?

In molti notano che in autunno i tramonti appaiono più intensi, rossi e affascinanti del solito. Non è un semplice effetto ottico né una sensazione passeggera: accade davvero. Scopriamo insieme il perché. Chi non ha mai osservato quelle giornate autunnali con il cielo attraversato da leggere nuvole e chiuse da tramonti mozzafiato, dove le tinte passano dal giallo al rosso, passando per l’arancione e mille sfumature intermedie? Forse in quei momenti avete pensato di assistere al tramonto più bello di sempre  e, in fondo, non vi sbagliavate.

 

Esiste infatti un periodo dell’anno in cui i tramonti risultano generalmente più suggestivi: è proprio l’autunno, insieme a parte dell’inverno. Tra novembre e febbraio il cielo al tramonto sembra letteralmente incendiarsi, e questo fenomeno ha una spiegazione scientifica che coinvolge più discipline: astronomia, fisica e meteorologia. Procediamo con ordine e cerchiamo di capire da dove nasce questa meraviglia di colori.

 

Perché non tutti i tramonti sono uguali?

Tutto parte dal protagonista di questo spettacolo: il Sole. La luce solare ci appare bianca perché composta da onde elettromagnetiche di lunghezze d’onda diverse, ognuna associata a un colore, dal violetto fino al rosso.

 

Il Sole emette quindi un fascio di luce formato da moltissimi colori, che sovrapponendosi ci appaiono bianchi. Ma questa luce, nel suo viaggio verso la Terra, deve attraversare vari strati dell’atmosfera e durante il percorso perde parte dei suoi “corridori”, cioè alcune componenti cromatiche. Prima di raggiungerci, la luce solare attraversa un’atmosfera ricca di gas, molecole e particelle di aerosol di diverse dimensioni. Le onde lunghe, come quelle del rosso, riescono a superare più facilmente l’ostacolo dell’atmosfera, mentre quelle più corte, come il blu, vengono diffuse in tutte le direzioni.

 

Quando il Sole è basso sull’orizzonte, la luce deve attraversare uno strato d’atmosfera molto più spesso: quella rossa continua a raggiungere i nostri occhi, mentre quella blu si disperde lungo il tragitto. Ecco perché al tramonto il cielo si tinge di rosso. Questo processo fisico si chiama scattering di Rayleigh. È importante ricordare che si verifica in tutte le stagioni, poiché l’atmosfera è sempre presente, e spiega il colore del tramonto in generale  ma non il motivo per cui in autunno e inverno risulti più intenso.

 

C’è infatti un altro fattore: la composizione dell’atmosfera varia a seconda delle condizioni meteorologiche. In primavera e in estate c’è più vapore acqueo, mentre in autunno e in inverno l’aria è più secca. Inoltre, le particelle di polvere e aerosol tendono a essere più piccole nei mesi freddi. Questa combinazione meno umidità e particelle più fini permette a una maggiore quantità di luce di raggiungerci, riducendo le perdite lungo il percorso. Poiché la luce blu continua a disperdersi più della rossa, i tramonti autunnali e invernali appaiono ancora più intensi e accesi rispetto a quelli delle altre stagioni.

 

Tramonti più lunghi e più variopinti

Esistono anche differenze di tipo meteorologico che contribuiscono a rendere i tramonti freddi più spettacolari. In autunno e in inverno i cieli ospitano spesso un numero maggiore di nubi rispetto ai mesi caldi, in particolare nubi medie o alte, che lasciano libera la zona dell’orizzonte dove tramonta il Sole. In questo modo, i raggi del Sole riescono a colorare di rosso e arancio anche le nuvole più elevate.

 

Non va poi dimenticato che durante la stagione fredda il tramonto dura effettivamente più a lungo. Avvicinandosi al solstizio d’inverno che quest’anno cadrà il 21 dicembre il Sole impiega più tempo per scendere sotto l’orizzonte. In conclusione, in questi mesi i tramonti non solo sono scientificamente più spettacolari, ma anche più lunghi. Vale davvero la pena fermarsi ad ammirare il cielo infuocato di fine giornata.

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